lunedì 3 settembre 2012

Un sordido caso di zoofilia: molestie sessuali ad una Civetta!


Voi comuni mortali potrete anche non crederci, ma anche a noi scrittori di fama internazionale capita, di quando in quando, di doverci mescolare alla folla per adempiere a mansioni di bassa lega come fare la spesa. Certo, è sempre uno choc trovarsi in mezzo alla varia (e spesso avariata) umanità di che frequenta crogioli di vita comune come i supermercati.
Vagavo senza meta tra gli scaffali del reparto frutta e verdura, stavo decidendo quale tipo di pomodori fosse più acconcio alle mie esigenze della giornata, quando è accaduto l’innammissibile e mi sono trovato ad esser vittima di un imperdonabile, vile, ignobile, inconcepibile, osceno e spudorato atto di molestie sessuali!
Come spesso accade con i fatti più tragici, il tutto è accaduto nel modo più inatteso ed anzi prima dello sfogarsi della micidiale tempesta ormonale stavo vivendo qualche attimo di quiete in compagnia del mio sacchetto di pomodori e nell’attesa fosse il mio turno per pesarli ed etichettarli. Ricalcando un altro clichè trito e ritrito il male mi è giunto alle spalle, non visto e sinuoso come un sepente velenoso che distenda le proprie spire tra l’erba alta, in attesa di un incauto campeggiatore.
Di principio ho sentito qualche cosa sfiorarmi la coscia, appena sopra il ginocchio destro e lì per lì non ci ho fatto caso. La sensazione però si è spostata a risalire la coscia arrivando qualche centimetro oltre il margine dei pantaloncini e questo mi ha fatto voltare di scatto alla ricerca dell’origine della sensazione … non ho visto nulla, accanto a me non c’era nessuno nell’arco di un paio di passi almeno.
L’ipotesi di essere alle prese con Mr. Fantastic mi lusingava, ma impossibile per impossibile preferivo di gran lunga quella di trovarmi a tu per tu con la donna invisibile. Mentre il mio pensiero vagava in torbide scene di sesso con un clone di Jessica Alba mi sono reso conto di essere fatto oggetto di una nuova ed ancor più intensa carezza palpeggiante. Non poteva trattarsi di un cestino od un carrello, ne percepivo con chiarezza il calore, e nel passaggio la mano aveva dischiuso le dita. Una mano piccola, invero, piccola e delicata che aveva usato i quarti posteriori per migrare dalla coscia destra a quella sinistra ed ora stava muovendosi ad aggirarla.
Questa volta avevo giocato d’anticipo e ruotato il capo sulla sinistra in tempo per intercettare il mio aggressore e poterne inquadrare il volto! Femmina, occhi grandi di un colore tra il verde e l’azzurro, un sorriso che era insieme divertito, compiaciuto e dolcissimo. Se fosse stato un omone nerboruto, con sguardo ammiccante ed una catenazza d’oro con inciso il nome “Tatiana” mi sarei sentito a mio agio … aveva quattro, forse cinque anni!
Mi sono trasformato nella statua di sale di me stesso, immobile, con le mani alte e ben in vista ed il cervello in subbuglio alla ricerca di un buon modo per allontanare la piccola senza che qualche genio della lampada potesse farsi venire qualche strana idea e costringermi a fuggire da una folla inferocita decisa a crocefiggere il “malvagio pedofilo”. In tutto questo, ovviamente, non volevo spaventare od offendere la bimbetta che continuava a guardarmi con occhione adorante ed a farmi le carezzine su una coscia, un gesto evidentemente innocente tra il gioco e la dimostrazione d’affetto ad un perfetto sconosciuto.
Rispondere al sorriso si è dimostrato una mossa vincente: la bimba mi ha carezzato un’ultima volta e poi, senza dire una parola, è trotterellata verso la madre lasciandomi solo con l’euforia del passato pericolo. Ah, le donne. Arrivano quando meno te lo aspetti, ti fanno gli occhi dolci fino a quando vogliono tenerti sotto controllo, poi ti voltano le spalle come se niente fosse. Me tapino, sedotto ed abbandonato!
Stay Tuned.

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