giovedì 28 giugno 2012

Notizie Flash


Questa mattina ho cambiato il router e la linea è magicamente tornata, incatenandomi alla scrivania per leggere gli aggiornamenti del caso. Attualmente, dopo un'ora e mezza di lavoro, mi mancano ancora 108 mail da leggere, la maggior parte sono segnalazioni di post di blog, la faccenda pare non aver fine.

In compenso  ho concluso il quarto libro del paccozzo e prossimamente mi dedicherò alla sua recensione, come brevissimo anticipo vi posso dire che non ha assolutamente confronto con i precedenti! Questo non è particolarmente brillante e non fa parte del mio genere di lettura preferita, ma è stato piacevole. Per punirmi di questo momento di gioia ho attaccato con il quinto: "The X-files, il Film" ... non aggiungo altro.

Stay Tuned

martedì 19 giugno 2012

Oggi ...



... avrei voluto scrivere un sacco di belle cose. Ho iniziato almeno una mezza dozzina di post senza portarne nessuno a compimento.
Sono comparsi velocemente e con la medesima celerità sono finiti nel nulla. Un po' a causa del caldo, un po' per le poche ore di sonno della nottata, fatto sta che oggi non sono riuscito a concludere nulla di produttivo.
Rimando a domani sperando in miglior fortuna.

Stay Tuned

giovedì 14 giugno 2012

Le meraviglie del Paccozzo: La Famiglia Radley


Titolo: La Famiglia Radley
Autore: Matt Haig
Editore: Einaudi
Genere: Urban Fantasy, Vampirlico
Pagine: 361

Terzo libro del Paccozzo Commentozzo e per la seconda volta mi trovo costretto a fare una breve introduzione prima di arrivare a parlare del romanzo vero e proprio. Vi sono malelingue che hanno il coraggio ed il cuore di definirmi pedante e puntiglioso, mi si dice che sono troppo critico e poco disposto alla mediazione, inutile specificare come siano solo delle malignità prive di fondamento è sufficiente leggere un paio dei miei post per rendersi conto di che perla di ogni virtù io sia. Confesso però che ci sono alcuni argomenti dinnanzi i quali anche la mia abituale imperturbabilità vacilla e questo comporta il rischio di una posizione più spigolosa e radicale da parte mia. Un po' come quando il dentista sta scavandoti via mezza mascella ed insiste a dire: "Si rilassi", per quanta sia la buona volontà è più facile cedere alla tentazione di cacciargli un cazzotto in mezzo agli occhi [cit.] piuttosto di riuscire a sorridere come niente fosse. Ebbene, i Vampiri rientrano nel numero di questi argomenti tabù.

Ho sempre trovato affascinante il folklore vampirico e considero quello del vampiro un personaggio con enormi potenzialità narrative, un antieroe tragico e romantico attorno al quale è possibile intessere trame complesse e raffinate; un mostro istintivo e passionale in grado di rappresentare la depravazione a cui può giungere qualunque uomo si abbandoni a vizi e perversioni, senza esercitare su di loro il dovuto controllo. E' chiaro che i Vampiri mi piacciono? Bene, allora evito di dilungarmi oltre in spiegazioni, voi limitatevi ad assumerlo come dogma durante la lettura di questo commento.

De "La Famiglia Radley" si può elogiare la scorrevolezza della lettura, una ben magra consolazione vista la piatta banalità dello stile di scrittura dell'autore, incapace di costruire descrizioni evocative per luoghi, azioni o personaggi. La scelta di scrivere al presente non aiuta a dare corpo o profondità agli avvenimenti che si susseguono eguali a se stessi senza riuscire a coinvolgere od a suscitare qualsivoglia emozione. Persino l'annuncio "Nebbia in val padana" da parte di Bernacca riusciva ad essere più intenso e trascinante della prosa di Haig.

I personaggi sono abbozzati, racchiusi entro i confini dello stereotipo e poi stiracchiati in modo da apparire più grandi di quanto in realtà siano. Due genitori distanti tra loro e dai figli con cui hanno un rapporto meno personale e confidenziale di quanto potrebbe essere quello con il droghiere, una mancanza giustificabile in parte dalla difficile dell'adolescenza ma a tutto c'è un limite. Ci sono poi i cari figlioli: primogenito maschio e secondogenita femmina, due ragazzini emarginati e problematici incapaci di relazionarsi con i propri coetanei e di conseguenza vittima delle loro battute e di dispetti di ogni genere e tipo. Insomma la fotocopia dei personaggi di una qualsiasi commedia scolastica della Disney (e di un sacco di altri film), privata però del benché minimo spunto ironico ed appesantita da un latente senso di oppressione ed infelicità. I co-primari ricalcano alla perfezione l'originalità dei protagonisti e troviamo quindi sorprendenti perle di inattesa fantasia come il bullo grande e grosso con l'arguzia di una rapa, la ragazzina graziosa ma di umili origini orfana di madre e con un pessimo rapporto con il padre, il figlio del riccastro che fa da mente per il bullo e sostituisce i muscoli con la malignità, la vicina di casa insoddisfatta dalle prestazioni del marito che cerca di concupire il padre di famiglia.

Personaggi banali, legati da relazioni ancor più inflazionate. Il piccolo Radley ha una cotta per la ragazzina graziosa e di buon cuore ma non riesce a parlarle. La ragazzina graziosa e di buon cuore si fa sedurre dal fascino del meschino figlio di papà e gli offre un luogo ove parcheggiare la lingua, salvo poi rendersi conto di quanto sia meschino e figlio di papà. Il figlio Radley è la vittima del bullismo del grande e grosso. And so on ...

Giunto a questo punto sono costretto a ripetere una considerazione già espressa parlando de Il tartufo e la polvere: "Per non correre il rischio di aver prodotto un libro brutto come tanti altri ne esistono l’autore ha avuto la geniale idea di renderlo orrendo" inserendo in questa poltiglia di luoghi comuni la propria personale interpretazione del vampirismo. Già, perché i Radley sono vampiri ed i loro figli sono così mosci e tristi a causa dell'astinenza dal sangue. Ma c'è di più, i due marmocchi non sono nemmeno consapevoli della loro natura, papino e mammina hanno pensato di non rivelare loro ... l'oscuro segreto.

Come si fa a non sapere di essere vampiri, vi starete chiedendo. Andiamo con ordine:

1. Mamma, perché non posso uscire di casa di giorno? - Puoi caro, ma mettiti la protezione solare 60.
2. Mamma, perché non posso mangiare? - Puoi caro, una dieta ben equilibrata con tante carote e carne al sangue.
3. Mamma, perché gli animali scappano quando mi avvicino ed il nostro pesce rosso si è suicidato? - Sfiga.
4. Mamma, perché  ... - Tesoro, ti prego, drogati come i tuoi compagni di classe e facciamola finita!

Già, perché il nutrirsi di sangue non è obbligatorio, il sole dà fastidio ma nemmeno più di tanto ed i vampiri buoni, quelli astinenti, sono numerosi ed hanno un loro manuale di consigli (presente in stralci all'interno del racconto) per gestire ogni possibile difficoltà legata al fatto di vivere in modo normale. Gli uomini non sono a conoscenza dell'esistenza dei vampiri, una speciale organizzazione della polizia sì ma tollera la loro esistenza a patto che non facciano troppo casino . Esistono liste di vampiri intoccabili, locali notturni dove si radunano a decine, sangue di vampiro in bottiglia per chi non volesse fare l'astinente ma nemmeno uccidere innocenti.

Insomma, l'ennesima reinterpretazione (non richiesta) capace di svilire la figura del vampiro privandola del proprio fascino ed adattandola ad una storiella leggera senza capo ne coda. Già, perché c'è anche una storia sordida con morti, crisi di astinenza, tentati tradimenti, uno zio comparso dal nulla che si scopre aver piazzato un bel paio di corna in testa al fratello ed un figlio nella cognata ... tutto poi risolto con qualche gioioso colpo di scure ed un paio di voletti sopra i tetti del paesino.

Perché ne "La Famiglia Radley", oltre alle cozzate volano anche i vampiri.

Stay Tuned.

martedì 12 giugno 2012

Il terzo libro del Paccozzo … Puntata Seconda.


Ieri notte, mentre consolavo il gatto in crisi depressiva per il temporale, ho finito di leggere quel capolavoro che risponde al nome de: "La Famiglia Radley". Inizialmente avevo pensato di pubblicare quest'oggi il mio commento, poi mi sono reso conto di quanto scorrevole fosse la scrittura ed ho preferito dedicarmi al *cof*ro *cof*man *cof*zo.

Sono molto lieto di questa scelta che mi ha già portato in attivo di quattro pagine (spero diventino cinque prima dell'ora della nanna) e rimando quindi la recensione al primo momento utile. Non credo sarà domani, visto che passerò la giornata in trasferta, ma avete la mia parola che presto vi renderò edotti su almeno tre ottimi motivi per cui tenersi lontani dal libro suddetto.

Stay Tuned

giovedì 7 giugno 2012

Trasferta.


A breve si parte, tra una cosa e l'altra sarò a Trieste per un paio di giorni.
Buon proseguimento 'siori e 'siore ed a rivederci venerdì sera.

Stay Tuned

mercoledì 6 giugno 2012

Il terzo libro del Paccozzo …


... dopo le prime quaranta pagine pare narrare la storia di una piccola famigliola di vampirucci medio borghesi.

Mi auguro di aver frainteso tutti i numerosi segnali comparsi fino ad ora, o nel momento in cui andrò a scriverne il commento dovrò faticare per trattenere le lacrime.

In ogni caso c'è una buona notizia: pare non brillino al sole.

Stay Tuned

lunedì 4 giugno 2012

Le meraviglie del Paccozzo: Dexter l'Oscuro





Il secondo libro del Paccozzo Commentozzo è giunto alla sua conclusione, se pensate di avere un cuore abbastanza forte per poterne sopportare i segreti fatevi avanti. Poi però, non dite che non vi avevo avvertito ... *Segue risata satanica*

Titolo: Dexter l'Oscuro
Autore: Jeff Lindsay
Editore: Mondadori
Genere: Thriller/Horror/Fantascienza
Pagine: 295

Prima di poter parlare del libro trovo doveroso spendere due parole riguardo alla serie televisiva di Dexter di cui sono un fervente ammiratore. Nelle cinque stagioni che ho seguito, pur tra gli immancabili alti e bassi, il personaggio di Dexter viene presentato e sviluppato in modo molto efficace e riesce a mantenere una certa coerenza di fondo ed in egual modo anche l'evoluzione dei co-primari, anche se veicolata dalle necessità di copione, resta sempre di buona qualità ed entro i limiti della credibilità. Nell'approcciarmi al libro, quindi, partivo dalla base di qualche cosa di noto e con la curiosità di scoprire quale fosse lo stile e l'efficacia dell'autore dalla cui mente era stato partorito un personaggio così di mio gusto.

Lo stile narrativo scelto dall'autore salta subito agli occhi: la quasi totalità della narrazione avviene in prima persona con la voce ed il punto di vista di Dexter stesso che ci introducono agli eventi, a questo si aggiungono alcuni brevi trafiletti in terza persona dedicati ad un fantomatico "Osservatore" od a un ancora più misterioso "Esso".

La parte giocata dall'Osservatore è abbastanza marginale, si limita a dare al lettore la sensazione di persecuzione provata anche dal protagonista e permette di inserire piccoli indizi riguardo al modo in cui Dexter venga marcato stretto da quello che sarà il suo antagonista in questo racconto. Attraverso i pensieri dell'Osservatore ci si affaccia sul suo punto di vista alquanto delirante, il che di per se stesso non sarebbe un problema: dall'antagonista schizzoide di un serial killer non ci si aspetta necessariamente lucidità. Il problema è che tanto gli eventi della storia, quanto le parti riguardanti "Esso" vanno immancabilmente a confermare gli allucinati castelli in aria dell'Osservatore.

All'interno della dimensione umana di Dexter e dell'insieme di problemi psicologici che l'hanno portato a sviluppare la necessità di uccidere va ad inserirsi un aspetto sovrannaturale (assolutamente non necessario) per il quale l'insieme delle pulsioni omicide del protagonista, che lui identifica con il nome di Passeggero Oscuro,  siano realmente un'entità indipendente e separata. Una sorta di anima malvagia in grado di migrare da persona a persona che, come tutti i propri simili, fa risalire la propria origine ad una creatura antica quanto il mondo ("Esso") che dall'alba dei tempi ha scoperto il piacere di possedere e traviare gli esseri viventi, a partire dagli animali per giunger poi alle scimmie ed agli umani.

Ora, una delle particolarità di Dexter, una delle caratteristiche alla base del suo fascino, era proprio il suo conflitto con la parte malvagia, la rigida disciplina insegnatagli ed impostagli dal padre adottivo perché potesse essere in grado di controllare i suoi impulsi omicidi e potesse quindi rivolgerli solo verso chi meritasse di morire, usando precauzioni e modalità tali da non rischiare di essere scoperto e condannato per i propri crimini. Far dipendere il Passeggero Oscuro da una sorta di possessione degna di un b-movie di fantascienza degli anni cinquanta è un colpo al cuore dell'originalità e del fascino del protagonista.

La vicenda narrata non ha un vero e proprio intreccio, si tratta in realtà di una trama tanto lineare da non prevedere alcun genere di colpo di scena o di sorpresa: se un personaggio viene in qualche modo coinvolto nelle indagini è destinato a diventare la vittima successiva o è egli stesso parte degli assassini, con la seccante possibilità che faccia parte di entrambi i fronti visto che la maggior parte delle vittime sono gli assassini delle vittime precedenti. A questa regola riescono a sfuggire solo i personaggi più strettamente legati a Dexter (parenti o colleghi di lavoro), e alcune comparse completamente inutili, inserite a forza in un contesto che non aveva nessun bisogno della loro presenza.

L'ennesima storia in cui l'arcinemico, pur avendo mille e mille volte l'occasione di eliminare il suo bersaglio, ha un qualche astruso motivo per voler aspettare, per tirarla per le lunghe ed arrivare al punto in cui più per una beffa del fato che per reale abilità, questi riuscirà a sfuggirgli ed a porre fine alla sua nefanda esistenza.

Un personaggio rovinato, una storia inconsistente che tira avanti per più di duecentocinquanta pagine per poi risolversi in poche righe ed un potenziale thriller psicologico tanto mescolato con l'horror fantascientifico da perdere la propria identità. Tutto questo raccontato per mezzo di uno stile di scrittura scorrevole, reso ancor più leggero e colloquiale dalla scelta della narrazione in prima persona. Questo facile approccio alla lettura e le descrizioni rese più vivaci dal punto di vista dissacrante e scanzonato di Dexter sono probabilmente l'unico punto a favore del romanzo, sufficienti a renderlo una lettura da spiaggia in grado di sostituirsi ad un Harmony, ma non all'altezza di meritare alcuna lode.

Confermo quanto già anticipatomi da Gaia nel momento in cui abbiamo parlato di questo libro: "Molto meglio guardare la serie televisiva."

Stay Tuned

domenica 3 giugno 2012

Notizie Flash


Oggi: Trasferta con grigliata alla faccia della dieta.
Domani: Recensione del secondo libro del Paccozzo Commentozzo "Dexter l'Oscuro".

Stay Tuned